Storia millenaria e sapore intenso tutto da riscoprire: oggi ci dedichiamo alle erbe spontanee. Un tempo ingrediente base della cucina, oggi non sono molto consumate, forse perché non molte persone sanno riconoscerle né sanno dove raccoglierle.
Concentrato di proprietà benefiche, raccogliamo queste meraviglie della natura nei nostri terreni dell’Agro Pontino e ne abbiamo fatto una busta comoda comoda che ti permetterà di mangiarne diverse (non devi preoccuparti di nulla perché sono già pulite).
Perché mangiarle? Perché fanno davvero bene alla nostra salute. Queste piante selvatiche, infatti, crescono spontaneamente in luoghi che rispettano le condizioni ottimali per loro e all’interno di un ecosistema sostenibile dal quale attingono tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.
È per questo che il nostro misto di erbe spontanee non è mai lo stesso e cambia in base alla stagione.
Le nostre erbe spontanee
Sapevi che si chiamano anche piante alimurgiche?
Le erbe spontanee sono piante selvatiche edibili perché prive di sostanze nocive per il nostro organismo. Vengono dette anche alimurgiche dall’alimurgia, quella scienza che studia proprio l’utilizzo delle piante commestibili: il termine deriva dal latino alimentia urgentia ossia “alimenti in caso di necessità”.
Oggi questa attività è più conosciuta con il termine foraging, letteralmente andare per erbe: si tratta proprio della pratica di passeggiare nella natura per raccogliere erbe spontanee da utilizzare in cucina (noi passeggiamo nei nostri campi per raccoglierle!).
Quali erbe spontanee puoi gustare con la nostra busta? Scopriamole una per una.
Tarassaco
Si riconosce per le sue foglie a forma di dente di leone (viene infatti anche chiamato soffione o dente di leone) e per i suoi fiori gialli. Della famiglia delle Asteracee, questo ingrediente della cultura contadina è oggi molto apprezzato per il suo peculiare sapore amarognolo e per le sue proprietà: è infatti ricco di vitamine, sali minerali e fibre, fa benissimo alla diuresi, ha capacità depurative ed è un concentrato di carotenoidi (antiossidanti).
Borragine
Della famiglia delle Boraginaceae, questa erba spontanea è molto conosciuta, con i suoi bellissimi fiori blu a forma di stella e le foglie verdi caratterizzate da una finissima peluria biancastra.
Che sapore ha? Assomiglia vagamente al cetriolo e ha una caratteristica acidula che la rende perfetta per frittate, zuppe e insalate. Ha proprietà antinfiammatorie, è antiossidante (grazie a manganese e alla vitamina A), è depurativa e ricca di sali minerali.
Cardo crispino
Della famiglia dei carciofi, dei cugini ricorda il sapore al quale si unisce un sentore di sedano (viene chiamato anche carciofo selvatico).
Pianta erbacea perenne, si riconosce per i gambi che vanno consumati cotti per renderli teneri e squisiti. L’amarognolo del loro sapore, è indice di sostanze che favoriscono la digestione; i cardi crispini fanno benissimo anche al fegato, sono antiossidanti, diuretici, fanno bene al colesterolo e alla regolazione della glicemia.
Ramoraccio o broccoletto selvatico
Tipica erba spontanea dei Castelli Romani, il ramoraccio è conosciuto anche come ravanello selvatico. Noi lo chiamiamo broccoletto selvatico e di questa verdura ricorda il sapore ma in maniera più delicata. Molto conosciuto a Roma e dintorni, è un ingrediente molto versatile che può essere usato crudo e cotto. Le sue gustosissime foglie, oltre a essere buone, sono ricche di sostanze che fanno bene alla nostra salute: contengono infatti molte vitamine e sali minerali, hanno proprietà disintossicanti e analgesiche.
Caccialepre
Chiamata così perché molto amata dalle lepri, questa erba selvatica è caratterizzata da foglie tenere e buonissime che possono essere consumate cotte e crude. Della famiglia delle Asteraceae, è molto diffusa nelle nostre zone e, in generale, nell’Italia del Sud. Il suo nome scientifico è Reichardia picroides e, nel meridione, viene anche chiamata ricuttedda proprio perché, cruda, ricorda un po’ il sapore della ricotta.
Cicoria di campo
Che differenze ci sono tra la cicoria a taglio e la cicoria di campo? Neanche a dirlo, la seconda cresce spontaneamente. Di questa, in più, teniamo anche la radice bianca: buona, depurativa e antiossidante. Classico ingrediente della cultura popolare, la cicoria di campo si riconosce per il suo sapore intenso, dolce o amara in base alla stagione.
È depurativa, aiuta la digestione, combatte la stitichezza e la ritenzione idrica. Ottima da sola ripassata in padella con olio extravergine di oliva, peperoncino e aglio, è buonissima insieme ad altre erbe selvatiche.
Radicchio selvatico
Amiamo la nostra terra e la lavoriamo attenendoci al disciplinare di produzione integrata per ridurre l’impatto ambientale. È anche per questo che raccogliamo il radicchio selvatico, quel radicchio che rinasce spontaneamente dopo la raccolta di quello che piantiamo. Come il classico radicchio, ha un caratteristico retrogusto amarognolo, può essere consumato cotto o crudo e ha proprietà depurative e digestive.
Bietola selvatica
Più piccola della bietola coltivata, la bietola selvatica ha un sapore dolce e gustoso; le foglie ricordano un po’ gli spinaci per il loro retrogusto ferroso mentre le coste sono più dolciastre. Pianta erbacea perenne, fa benissimo al nostro organismo: è infatti antinfiammatoria e dissetante, contiene tanti sali minerali utili ed è molto digeribile e ipocalorica (per questo è consigliata anche per bambini, donne in gravidanza e anziani).